purificazione profonda con la salvia




La salvia, pianta tanto comune e apprezzata, era  conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà salutari. Infatti, l’etimologia del suo nome deriva da “salvus”, sano. 

I Galli, in particolare, ritenevano che la salvia avesse la capacità di guarire tutte le malattie e che agisse efficacemente da “deterrente” contro febbre e tosse. Alcuni addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici.

I Romani la consideravano una pianta sacra tanto che esisteva un vero e proprio rito per la raccolta (che spettava a pochi eletti), i quali dovevano addirittura indossare un abbigliamento particolare dopo aver compiuto sacrifici.

I cinesi ritenevano che la salvia fosse in grado di “regalare” la longevità: nel XVII secolo, un cesto di foglie di salvia veniva scambiata dai mercanti olandesi con tre cesti di tè.


Nella medicina popolare, già nel Medioevo, veniva usata come cicatrizzante sulle ferite e piaghe difficili da rimarginare.

Tuttavia, tra i molti suoi usi, andremo a considerare quello purificatore. 

L’uso di bruciare piante a scopo di guarigione, cerimoniale e di purificazione appartiene a molte culture, tra cui i nativi d’America.
Svariate erbe, spesso miscelate tra loro, formano gli incensi tradizionali di questo popolo. 

La salvia era una pianta molto popolare e usavano a questo scopo la salvia bianca (apiana) e la salvia del deserto (che in realtà è un artemisia).  Alla salvia venivano spesso aggiunti cedro, ginepro, mesquite e uva ursina. 

Al fumo generato dalla combustione di queste piante si attribuisce la capacità di generare stati d’animo positivo, di calmare, di rilassare e di allontanare la negatività.

Un rito molto semplice adatto per la purificazione della casa è la bruciatura della salvia. 

Innanzitutto, quando si raccoglie la salvia, o qualsiasi altra pianta, è bene ringraziarla per il fatto che si dona a noi. 
Va da sé che la raccolta è bene avvenga lontano da smog e inquinamento. 


Una volta raccolta, è sufficiente prendere un filo di cotone e avvolgerla intrecciandola stretta e attendere che si secchi. Solamente una volta secca potrà essere bruciata.


Quando bruciate la salvia (aprite le finestre in quanto l’odore è abbastanza intenso), per ottimizzare la caduta della cenere che si stacca dalla pianta secca potete aiutarvi facendola cadere in un piattino di ceramica. E’ sicuramente una valida alternativa di purificazione ai molto poco salubri incensi.


Nel rito della purificazione, non è importante tanto il fumo, quando l’intenzione che poniamo nel purificare il luogo.

Fonti:
benessere.com

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Adriana De Caro ©
ARCHEOloga&artista EMOZIONale






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