IL TEMPO DEL SOGNO

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Anticamente, sognare era un’attività sacra. Sognare significava entrare in contatto con il mondo dello spirito, ricevere consiglio, guida, guarigione: gli spiriti aiutavano nel sogno e il sogno rappresentava un’attività visionaria.  L’arte rupestre mostra il contatto con il mondo degli spiriti animali e l’iniziato, per connettersi, spesso vi entrava con uno sforzo, strisciando sul ventre per lunghi tratti al buio – un percorso all’interno delle profondità di se stessi.
Secondo gli studi della studiosa guaritrice Vicky Noble, successivamente, durante il periodo di transizione attraverso cui il culto della Grande Madre si trasformò nel culto di Padre Cielo, in Grecia si costruirono templi in cui gli iniziati si recavano a dormire per incubare sogni premonitori (Vicky Noble, il risveglio della dea).
In ogni epoca i sogni sono stati considerati una via di accesso verso un altro mondo e un modo per ottenere la guida divina o il benestare per intraprendere determinate azioni, basti pensare agli imperatori antichi che seguivano la strada dei sogni attraverso l’ausilio dei loro maghi. 
Nel nostro tempo e nella nostra epoca invece abbiamo dimenticato come sognare e come aver rispetto per i nostri sogni, senza peraltro ascoltarli. La maggior parte delle persone è talmente intossicata e bloccata da non ricordare nemmeno ciò che sogna. 
Acquisire consapevolezza dei nostri sogni è già, di per sé, un processo di guarigione per prendere contatto con la nostra parte più profonda. 
dreamcatcher
Rallentare i ritmi frenetici è un primo inizio: calma e respiro. Quante volte, con la  tensione, sentiamo il ventre bloccato, pesante come un macigno e l’aria non ossigena al meglio tutti gli organi (quel che è peggio è che a volte nemmeno ce ne accorgiamo). Lasciare entrare l’aria nel nostro corpo, nutrirlo, fornirgli tutta l’aria, la vita che abbisogna.   
Il secondo passo è rappresentato dalla cessione di vari e tanti farmaci che ci vengono somministrati “leggermente”. I farmaci che assumiamo inducono torpore e bloccano il processo naturale di guarigione cui la vita onirica provvede (parlo, soprattutto, di tranquillanti e antidolorifici). Dimentichiamo, spesso, che il nostro corpo ci invia dei segnali: inutile bloccarli e fare finta di nulla. Sono un richiamo, un aiuto per farci capire cosa non è in equilibrio. 
Il terzo passo, quello che tutti conosciamo e che, a volte, si sceglie di ignorare è l’alimentazione: siamo ciò che mangiamo. Basta questa frase senza approfondimenti per un’analisi introspettiva sui nostri pasti.  
Rivoluzionare il proprio ritmo di vita è fondamentale per riprendere possesso con la nostra energia onirica: svegliarsi lentamente (attenzione, non tardi come molti vorrebbero, disprezzando il suono della sveglia, ma con lentezza) e cercare di rimanere nel sogno dolcemente, annotandolo alla fine. 
Per quanto mi riguarda, ho passato anni e anni della mia vita non ricordando i sogni. Ora sogno regolarmente e i sogni mi portano sempre dei messaggi profondi e importanti per la mia crescita. Riesco ad entrare nel sogno e a viverlo con consapevolezza sempre maggiore – i cosiddetti sogni lucidi. Noi donne siamo, tra l’altro, facilitate a questo contatto nella fase del pre-ciclo. Imparare a leggere i propri sogni, non attraverso i libri ma attraverso la propria vita, le proprie esperienze, le proprie paure.  Per riprendere le redini del proprie essere e non demandare la nostra guarigione, la nostra evoluzione, ad altri. 
Buoni sogni a tutti. 

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